Sebbene nei primi anni ’60 la Iso si fosse già costruita una solida reputazione nel campo dei motocicli leggeri e degli scooter, diventando il terzo produttore in Italia di questi veicoli, il mercato delle auto sportive era ancora territorio inesplorato. Per potersi fare un nome in quel settore e creare qualcosa di speciale che solleticasse l’immaginazione del pubblico, si decise di entrare nel mondo delle corse. L’Azienda aveva già gareggiato con le sue moto nel Moto Giro d’Italia, nello Scudo del Sud e nella Milano-Taranto.

Sebbene nei primi anni ’60 la Iso si fosse già costruita una solida reputazione nel campo dei motocicli leggeri e degli scooter, diventando il terzo produttore in Italia di questi veicoli, il mercato delle auto sportive era ancora territorio inesplorato. Per potersi fare un nome in quel settore e creare qualcosa di speciale che solleticasse l’immaginazione del pubblico, si decise di entrare nel mondo delle corse. L’Azienda aveva già gareggiato con le sue moto nel Moto Giro d’Italia, nello Scudo del Sud e nella Milano-Taranto.

Anche l’Isetta aveva ottenuto grandi successi alla Mille Miglia. In termini di velocità assoluta, è chiaro che la piccola Bubble Car non poteva competere con le potenti GT, ma gli organizzatori livellarono tutti i partecipanti introducendo un ‘indice di prestazioni’. L’Isetta ebbe così la possibilità di eccellere, vincendo il trofeo ‘Index of Performance’ dal 1953 al ’55.



La IsoRivolta ritornò alle competizioni nel 1960 per promuovere le sue Gran Turismo, delle quali la più famosa era la Grifo A3 Corsa. La sua carrozzeria era molto più estrema di quella delle versioni stradali, con un propulsore talmente arretrato da poterla definire ‘a motore anteriore centrale’. Questa vettura vinse la propria classe nel 1964 e ’65 a Le Mans e partecipò a gare in tutto il mondo, tra cui Sebring, Reims, Montlhéry, Monza, Spa e il Gran Premio d’Austria.


Nel 1968, una Rivolta GT prese parte alla 24 Ore di Le Mans nella classe dedicata grazie al fatto che era stato raggiunto il numero di esemplari prodotti stabilito dal regolamento.


Dopo i primi successi della Grifo A3/C, la Scuderia decise di ritirare l’auto dalle corse. Fecero un accordo con Bizzarrini che permetteva a quest’ultimo di continuare a correre con le due vetture esistenti ed eventualmente costruirne delle altre simili utilizzando telaio, motore e meccanica messi a disposizione da IsoRivolta, senza usarne, tuttavia, il marchio. Se Bizzarrini avesse avuto successo in gara, IsoRivolta avrebbe potuto però rivendicare la paternità dell’auto.
Questa opportunità non si presentò mai e, quando Bizzarrini chiuse la produzione nel 1968, l’accordo divenne nullo. Le componenti rimaste, sufficienti per costruire 24 Grifo A3/C, furono riacquisite dalla IsoRivolta.
Nei primi anni ’70, Piero Rivolta si associò a Frank Williams e alla Marlboro, mettendo insieme una squadra di Formula 1 chiamata Iso-Marlboro. Nonostante le risorse limitate, specialmente per i piloti, il team completò due intere stagioni del Campionato con buoni risultati. Successivamente, quando Piero vendette la compagnia, Frank Williams trovò un partner in Kuwait e continuò ad avere successo con queste vetture.
Le monoposto di Formula 1 montavano propulsori Ford, quindi in questo periodo la IsoRivolta cambiò i motori da GM a Ford su tutte le vetture di sua produzione, rafforzando così il suo rapporto con il marchio dell’Ovale e dimostrando continuità fra le auto da corsa e le GT. Motori GM e Ford: due eccellenti cuori americani per le IsoRivolta.